Capogruppo mandatario:
arch. Vittorio Pierini
Mandanti:
arch. Elisabetta Lot, arch. Ivo Boscariol, arch. Jessica Macuz, arch. Andrea Catto
E’ stato assunto come obiettivo primario di progetto la realizzazione per parti: in una prima fase la costruzione della nuova scuola e, solo a conclusione di questa prima fase, la demolizione di quella esistente e la nuova costruzione dei locali con destinazioni “complementari”, palestra e auditorium. Un secondo obiettivo ha riguardato la multifunzionalità della scuola, immaginando quindi un edificio che non ospitasse solo attività scolastiche, ma che fosse soprattutto a servizio della comunità del quartiere di Torre.
L’idea di aprire la scuola alla collettività pensando ad essa come una edificio pubblico attento alle relazioni con il tessuto urbano e di supporto alle attività civiche della comunità è stato fondamentale per definire le priorità della composizione architettonica.
Per raggiungere questo secondo obiettivo abbiamo pensato che fosse necessario un nuovo spazio pubblico di qualità e che su questo si dovessero “affacciare” tutte le funzioni con uso e gestione autonoma: la scuola, la palestra, e l’auditorium.
Il complesso scolastico è pensato quindi come un insieme di moduli indipendenti ma contigui con tutte le funzioni “pubbliche” dislocate nel piano terra, in stretta correlazione con lo spazio esterno e con i flussi urbani, con attraversamenti percorsi pedonali e un sistema di accessi carrabili.
I tre volumi che compongono il progetto hanno altezze diverse; la scuola è realizzata su tre piani per ospitare tutte le funzioni richieste cercando di contenere la dimensione in pianta, ha altezza di circa 12 m, La palestra avrà altezza di circa 8 metri interni circa e l’auditorium circa 7/8 metri, al netto dei muri di coronamento che ne determinano la sagoma Se il basamento raccoglie come detto tutte le funzioni pubbliche, su questo poggiano figurativamente i coronamenti della palestra e dell’auditorium ed il volume a due piani della scuola dove tutte le aule si affaccino lungo i lati maggiori a nord e sud ma dove anche le teste dell’edificio vengono “aperte” per illuminare i corridoi creando una relazione intensa con l’esterno che leghi la piazza con il parco.