035 CASA B

luogo: Pordenone
cliente: Privato
incarico: diretto
progettisti: arch. Ado Furlan, arch. Vittorio Pierini
prestazioni svolte: progetto, direzione lavori e arredo d’interni
data del progetto: 2001
realizzazione: 2001/2002
note: edificio vincolato; mq 325
fotografie: Massimo Poldelmengo

Il progetto riguarda la ristrutturazione di un edificio facente parte della quinta edilizia che caratterizza il lato nord di un vicolo storico che mette in comunicazione corso Vittorio Emanuele con piazza della Motta. Il programma prevede la realizzazione di un ricovero per autovetture al piano terra, e due appartamenti ai piani superiori. Il vano scale è realizzato parte in calcestruzzo e parte in ferro e legno: questi ultimi elementi sono staccati dalle pareti degli edifici adiacenti per non sovrapporsi ad importanti elementi architettonici e decorativi, rinvenuti durante le fasi di restauro. La luce che proviene da un lucernario posto in copertura valorizza gli elementi architettonici e trasforma la scala in un percorso che permette di leggere gli originali prospetti esterni degli edifici contigui. Una scala a chiocciola inserita in una “scatola” di vetro che si affaccia sulla scala, mette in comunicazione i due livelli dell’appartamento al piano secondo. Esternamente il vano scale è interamente rivestito in rame, mentre l’edificio è trattato ad intonaco. Il volume in rame si appoggia all’edificio d’angolo contiguo e segna l’inizio della quinta edilizia del vicolo.

009 CASA DEI CAPITANI

luogo: Pordenone
cliente: Privato
incarico: diretto
progettisti: arch. Ado Furlan, arch. Vittorio Pierini
prestazioni svolte: progetto, direzione lavori e arredo d’interni
data del progetto: 1998
realizzazione: 1998/2002
note: edificio vincolato; mq 680
fotografie: Massimo Poldelmengo

La conoscenza del succedersi delle stratificazioni e l’approfondimento storico sono la base di partenza per ogni opera di restauro. Il progetto è un ipotesi di lavoro che si modifica continuamente; gli elementi architettonici e i frammenti a fresco rinvenuti dopo la prima pulizia dalle superfetazioni più recenti hanno guidato la stesura del progetto. Al piano terra l’ingresso è quasi buio, crepuscolare; è sempre necessaria la luce artificiale per potersi muovere. Salendo ai piani superiori, la luce filtra dalle finestre dei diversi ambienti e aumenta di intensità, fino al piano sottotetto dove un grande lucernario offre una affascinante vista sui tetti del centro storico. La scala, in ferro e legno, leggera e staccata dalla muratura perimetrale, crea un percorso che permette di leggere l’intero edificio. La luce nel suo modularsi durante le ore del giorno offre delle atmosfere che non sono mai le stesse e una lettura continua degli spazi, dal piano terra alla copertura, dal buio alla luce. Semplicità e leggerezza sono le caratteristiche degli elementi architettonici introdotti (sovrastrutture in ferro, vetri trasparenti per staccare le murature o i mobili dalle pareti affrescate); essi aiutano l’integrazione tra “nuovo” e “antico” offrendo un rapporto equilibrato tra i diversi spazi dell’edificio.